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XXVII Congresso Nazionale

LA GERIATRIA OSPEDALIERA E LA SFIDA DELLA FRAGILITÀ
Palermo 8-11 Maggio 2013

Presidente del Congresso:
Michele Pagano

A partire dagli anni 80’ il ruolo della medicina geriatrica si è progressivamente implementato ed oggi la grande sfida è rappresentata dalla longevità di successo, cioè dall’allungamento della vita media associato ad una buona qualità della vita.
Questo nuovo scenario di longevità però ci pone di fronte ad un sempre crescente numero di pazienti cosiddetti “fragili”. Il termine fragilità identifica una condizione di rischio e di vulnerabilità, caratterizzata da un equilibrio instabile di fronte ad eventi negativi per cui i sistemi biologici non sono in grado di conservare l’omeostasi per la concreta perdita delle riserve funzionali.
Gli anziani fragili, o a rischio di fragilità, sono i soggetti sedentari, che hanno una involontaria perdita di peso, che fanno scarsa attività fisica, anziani astenici e sarcopenici. Gli anziani fragili, come già ampiamente dimostrato da numerosi studi scientifici, diventano più rapidamente dipendenti aumentando enormemente la spesa sanitaria e peggiorando la loro qualità di vita. Ma attualmente questa loro condizione viene presa in scarsa considerazione dal servizio sanitario.
I geriatri, in collaborazione con i medici di base, hanno l’obbligo di rispondere a questa sfida e per fare ciò sono necessari interventi specialistici mirati, forti, sostenibili e condivisi.
Abbiamo bisogno di criteri che possano essere usati anche dai medici di base e dagli altri specialisti per individuare per tempo gli anziani a rischio di diventare fragili. E’ dunque necessario una valutazione geriatrica multidimensionale ricorrendo anche a test o criteri validati e condivisi che siano in grado di diagnosticare alcune malattie e condizioni età correlate ad uno stadio precoce, in cui sia ancora possibile un intervento efficace. Questa valutazione deve includere anche le condizioni socio-economiche, le malattie e la valutazione dei deficit già presenti.
Poiché il rischio di fragilità aumenta con l’aumentare dell’età, l’intervento deve essere mirato e prolungato nel tempo. Ciò si realizza con l’attività riabilitativa, con esercizi cognitivi, con interventi nutrizionali, con l’aiuto dei servizi sociali in concorso con l’individuazione ed il trattamento delle malattie età correlate.Il compito dei geriatri è dunque quello di individuare e trattare la fragilità nella pratica clinica, che ormai è la nuova area d’interesse della medicina geriatrica.
Dovremo essere in grado di sviluppare una buona ricerca clinica in ambito di biomarcatori, di imaging e di nuovi approcci nel trattamento e nello stesso tempo dovranno essere implementate le strategie per prevenire la patologia iatrogena, l’ospedalizzazione specie se prolungata che, come è noto, risulta particolarmente dannosa nei pazienti fragili.
Questa è la sfida a cui sono chiamati i geriatri negli anni futuri, sapendo che questo nuovo approccio della medicina geriatrica nei confronti dei pazienti fragili avrà non solo un significativo impatto nella riduzione della ospedalizzazione, della disabilità, della dipendenza e in definitiva in un miglioramento della qualità della vita ma anche una positiva ricaduta in termini di riduzione di costi per l’assistenza.

Il Presidente del Congresso
Dottor Michele Pagano