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The gut microbiota of healthy aged chinese is similar to that of the healthy young

18.10.2017
Sigot

Pubblicato su mSphere un ampio studio condotto da un gruppo di ricercatori canadesi della Western University, sulla possibile correlazione tra la presenza di un determinato tipo di microbiota intestinale e lo stato di buona salute.

Condotto su una coorte di mille cinesi, di età tra 3 e 100 anni, inclusi nello studio in quanto in ottima salute e senza familiarità per patologie, lo studio ha evidenziato che anche gli ultranovantenni, inseriti nello studio, che godono di buona salute hanno un microbiota intestinale molto simile a quello dei trentenni.
La diversità degli ecosistemi microbiologici dell’intestino nel corso della vita sana è in qualche modo controversa; mentre alcuni ricercatori riportano una diminuzione della diversità del microbiota negli anziani, in particolare negli anziani fragili, altri riportano che la diversità non cambia né aumenta negli anziani sani.
Lo studio ha evidenziato che la risposta dipende dalle fasce di età con cui gli anziani sani vengono confrontati. La diversità aumenta moltissimo rispetto ai soggetti di 20 anni sani, mentre diminuisce rispetto a quelli di età tra i 13 ed i 14 anni e sembra aumentare leggermente rispetto a quelli tra i 30 ed i 79 anni. Inoltre si è evidenziato come in soggetti di età compresa tra 19 e 24 anni la diversità è ancora maggiore rispetto a soggetti più giovani. Queste differenze sono state trovate più profonde in una coorte di giovani soldati estremamente sani e vigorosamente attivi (alloggiati tutti in due sole caserme) tanto da non far escludere che una differenza di apporto calorico o di altri fattori (ambientali, alimentazione etc .oltre che ormonali) sia la possibile causa della diversità del microbiota tra i soggetti da 19 a 24 anni e gli altri.
Di sicuro, comunque, gli ultranovantenni che godono di buona salute, inseriti nello studio, hanno un microbiota intestinale molto simile a quello dei trentenni. Naturalmente è ancora tutto da chiarire se è questa condizione a determinare lo stato di buona salute anche negli ultranovantenni o se la presenza di questo determinato tipo di microbiota è il risultato di un sano stile di vita. E’ comunque apparso certo che le diversità delle colonie che costituiscono il microbiota era una costante in tutti i partecipanti allo studio. Questa diversità del microbiota costituisce, quindi, un possibile utile biomarcatore per valutare in un individuo un sano invecchiamento. Inoltre è un importante punto di partenza, secondo i ricercatori, per valutare se è possibile promuovere un buon stato di salute in un anziano riprogrammando il suo microbiota fino a fargli assumere le caratteristiche di quello di una persona giovane. Questa è una possibile sfida per il futuro.

Fonte: http://msphere.asm.org/content/2/5/e00327-17