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Alzheimer e biomarkers. Da un gruppo di ricercatori giapponesi ed australiani risultati promettenti per il dosaggio plasmatico della beta - Amiloide e la diagnosi precoce

16.02.2018
Sigot

Pubblicato da un gruppo di ricercatori giapponesi ed australiani i risultati di uno studio che dimostra la correlazione tra la beta amiloide plasmatica e quella presente nei depositi a livello cerebrale.


La malattia di Alzheimer infatti si caratterizzata per la deposizione del peptide di amiloide-β (Aβ) nel cervello. Gli unici metodi disponibili per determinare in modo affidabile i depositidi Aβ sono l'imaging Aβ-PET o il dosaggio dell’ Aβ nel liquido cerebrospinale.

Pertanto per individuare gli stadi più precoci della malattia e per facilitare gli studi clinici con farmaci in grado di modificare il decorso della malattia stessa sarebbe auspicabile l’identificazione di un biomarker plasmatico che possa essere determinato in maniera poco invasiva ed economica.

Nakamura e colleghi i hanno pubblicato su Nature (Vol. 554, pg 249-254, (Febbraio 2018) i risultati di uno studio che ha visto coinvolti individui cognitivamente integri, con lieve deterioramento cognitivo e con M. di Alzheimer: 121 individui in Giappone e 251 in Australia. I livelli dei diversi frammenti peptidici correlati alla Beta amiloide nel sangue sono stati misurati utilizzando metodi di immunoprecipitazione e spettrometria di massa. I rapporti APP669-711 / Aβ1-42 e Aβ1-40 / Aβ1-42 e un punteggio composito hanno predetto in modo attendibile i singoli livelli di deposizione di Aβ nel cervello (con approssimazione pari al 90%).

Questi risultati evidenziano la potenziale utilità clinica dei biomarcatori del plasma nel prevedere il carico di Aβ cerebrale. Inoltre i biomarkers plasmatici potrebbero offrire vantaggi anche in termini di costi e sostenibilità rispetto alle tecniche attuali, consentendo potenzialmente un accesso clinico più ampio e uno screening più efficiente della popolazione.

FONTE: https://www.nature.com/articles/nature25456