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La valutazione del dolore

15.02.2017
Sigot

 

La valutazione del dolore

di Marina Torresan
Il dolore è un fenomeno complesso e soggettivo,vissuto in modo unico da ogni individuo. Trattandosi di un’esperienza individuale può essere valutato solo indirettamente attraverso la comunicazione verbale e non verbale della persona circa la propria esperienza. La valutazione del dolore è pertanto un processo molto critico ma fondamentale per il suo trattamento; le principali linee guida identificano nella valutazione del dolore la chiave del successo del trattamento.
Un numero considerevole di studi attuati negli ultimi trent’anni, ha evidenziato il ruolo importante giocato dai fattori psicologici e sociali nel modulare intensità, durata ed esacerbazione del dolore, nonché le manifestazioni comportamentali e il grado di disabilità ad esso associate.
Si evidenzia, perciò, la necessità di individuare delle strategie in grado di valutare il dolore come fenomeno complesso e multideterminato, nel quale interagiscono costantemente fattori fisiologici, psicologici e sociali. Comprendere e quantificare le variabili coinvolte, sono il primo passo fondamentale per individuare le modalità di intervento più opportune per il singolo paziente.
La valutazione iniziale del dolore costituisce, quindi, un punto di osservazione irrinunciabile per una cura mirata e globale e le valutazioni successive risultano essere altrettanto essenziali per registrare tempestivamente eventuali modificazioni di intensità, sede o pattern del dolore ed adeguare la terapia.
Il dolore è una condizione comune fra le persone anziane: molte infatti sono le condizioni associate a dolore persistente che aumentano con l’età (Ferrell, 2002; Davis, 2003). Dal 25 al 50% degli anziani cognitivamente integri che vivono a casa prova dolore (Donald, 2004; Zarit, 2004). Tra coloro che sono ricoverati in casa di riposo la prevalenza di dolore è del 40-80% (Proctor, 2001; Blomvist,2001).
Tra queste persone, una percentuale rilevante, compresa tra il 50 e il 60%, è affetta da decadimento cognitivo (Mathews, 2002; Wancata, 2003), condizione in cui è documentato un maggior rischio di sottotrattamento del dolore, principalmente per la difficoltà di valutarne la presenza (Sentagen, 1993).
Gli anziani con deficit cognitivo hanno 1,5 probabilità in più di non ricevere un trattamento rispetto a coloro che sono cognitivamente integri (Stolee, 2005). Sono stati condotti studi per valutare se il decadimento cognitivo e, in particolare, le diverse forme di demenza (maggiormente studiate sono state la demenza di Alzheimer, la demenza Vascolare e la demenza Frontotemporale) fossero responsabili di una modificazione nella percezione del dolore, ma i risultati non hanno dimostrato sostanziali differenze (Scherder, 2005).
Ogni persona ha diritto che il proprio dolore venga valutato e trattato. L’autovalutazione della persona (self-report) è l’indicatore più attendibile, in quanto, essendo il dolore un’esperienza assolutamente soggettiva, ogni persona, anche anziana, è l’unica interprete del proprio dolore.
Nelle persone anziane, ma non in grado di comunicare, quindi con disturbi cognitivi più o meno severi, il dolore deve essere rilevato attraverso una valutazione che è certamente più difficile e che richiede più tempo, ma che non è impossibile.
Il momento della valutazione, pertanto, richiede all’infermiere competenze tecniche (scelta dello strumento di valutazione), abilità relazionali ( capacità di spiegare lo strumento ed istruire la persona assistita); capacità di ascolto attivo ( fiducia nel racconto della persona); capacità di attenta osservazione per rilevare il dolore nelle persone non in grado di comunicare. 

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