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La continuità delle cure a portata di smartphone. Un'esperienza del Sant'Orsola di Bologna

01.02.2021
Sigot

Un tutorial per la formazione del caregiver del paziente alla dimissione

Il delicato processo di cura del paziente anziano fragile ricoverato prosegue al rientro presso il proprio domicilio. Affinché questo avvenga in modo efficace occorre un’attenta valutazione dei bisogni clinici/sociali e la formulazione di un progetto di assistenza individualizzato che coinvolga più figure professionali. L'equipe ospedaliera (medici, infermieri, infermiere case-manager, OSS, fisioterapisti ed assistente sociale) deve coinvolgere il medico di Medicina generale e servizi territoriali socio-assistenziali di riferimento. Di fondamentale importanza nella pianificazione e realizzazione del progetto di continuità assistenziale sono i familiari e/o caregivers.

Mantenere la comunicazione con i familiari, considerata "tempo di cura", diventa essenziale in questa fase pandemica, insieme alla capacita di costruire con loro una relazione di fiducia. La chiusura ai visitatori dei reparti rende difficile per i familiari la comprensione dello stato di salute fisica, mentale e funzionale del proprio anziano fragile, e ciò può generare sentimenti di disagio e angoscia, sia nei familiari, sia nel paziente ospedalizzato che si ritrova socialmente isolato, senza il supporto emotivo della famiglia.

Per molti dei pazienti accolti nei reparti di Geriatria è prevista la prosecuzione al domicilio di interventi assistenziali già intrapresi nel corso della degenza, tra cui ad esempio la gestione del catetere vescicale, le medicazioni di lesioni da pressione, l'utilizzo di presidi ortopedici, di ausili, la gestione di drenaggi o stomie, il trattamento della disfagia, le tecniche di mobilizzazione nei pazienti fratturati, la somministrazione di nuovi terapie come l'insulina. Risulta evidente che è indispensabile il trasferimento delle nuove nozioni a chi si prenderà cura del paziente al termine della fase ospedaliera.

Tale "educazione terapeutica" risulta, tuttavia, non praticabile in questo periodo di emergenza sanitaria. Diventa, perciò, improrogabile superare l’ostacolo della distanza, creando nuovi strumenti di lavoro, allo scopo di rendere davvero continua, e dunque reale, l’assistenza. In questo contesto la tecnologia è stata messa al servizio del paziente.

Dal 7 Novembre 2020, nel nuovo Reparto di Geriatria – Calogero a Bassa Intensità del Padiglione 1 del Policlinico di Sant’Orsola di Bologna, che consta di 14 posti letto, oltre alle videochiamate tra pazienti e familiari, nel pieno rispetto della privacy del paziente e degli operatori, i medici dell’Unità Operativa, Dott.ssa D. Pinto e Dott.ssa R. Dusi, hanno realizzato:
1. Filmati allo scopo di documentare gli obiettivi funzionali raggiunti dal paziente, durante le sedute riabilitative o con la sola deambulazione assistita
2. Video-tutorial dettagliati per i pazienti con necessità di formazione sanitaria più complessa (quale ad esempio la gestione di drenaggi, catetere vescicale, presidi ortopedici o medicazioni).
Nel dettaglio abbiamo realizzato un video per la corretta gestione del drenaggio toracico a permanenza in paziente affetto da pneumotorace cronico, uno per la gestione della sacca del catetere vescicale in ritenzione di urina, uno per la mobilizzazione e le cure igieniche al letto di un paziente affetto da frattura di femore bilaterale, uno per la corretta modalità di somministrazione dei pasti in paziente affetto da disfagia, uno per il corretto posizionamento del busto ortopedico in paziente con fratture vertebrali, infine uno per l’addestramento alla somministrazione delle terapia insulinica in paziente con Diabete Mellito. Tale metodologia ha trovato la piena soddisfazione dei familiari a cui è stato inviato il filmato.

La cura dei dettagli e l'educazione terapeutica non solo si è rivelata efficace nella prosecuzione delle cure sanitarie ma ha anche portato a occasioni di incontro con i familiari, alleviando loro il carico emotivo e le preoccupazioni legate alle necessità di assistenza dei pazienti dopo la dimissione ed evitando spesso il trasferimento del paziente in strutture di cure intermedie, favorendo il supporto nel percorso di cura.

La pandemia ha reso più evidente l’impatto sulla qualità di vita della solitudine nella fragilità e nella disabilità. Ha reso urgente il bisogno che era sotteso da anni e aspettava di emergere in tutta la sua portata: quello di realizzare un’assistenza sanitaria concepita in una logica proattiva ed innovativa, centrata sui principi di un’assistenza complessiva ed integrata, capace di tener conto di tutti i bisogni dell'assistito e dei suoi familiari.