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Terapia ormonale in menopausa: aumenta il rischio di Alzheimer?

27.03.2019
Sigot

Uno studio finlandese riapre il dibattito sui rischi della terapia ormonale in menopausa. Se iniziata dopo i 60 anni o se protratta per oltre 10 anni si associa ad un aumento del rischio di Alzheimer dal 9 al 17%. Le associazioni di estro-progestinici sembrano a un maggior rischio rispetto alla terapia a base di soli estrogeni. Un editoriale di commento allo studio ribadisce però la sostanziale neutralità sul rischio cognitivo di una terapia ormonale sostitutiva iniziata a ridosso della menopausa e di breve durata.

Uno studio finlandese appena pubblicato su BMJ ha individuato un piccolo aumento del rischio di Alzheimer nelle donne in terapia ormonale sostitutiva. Gli autori dichiarano che l’assunzione di terapia ormonale sostitutiva sistemica per lunghi periodi potrebbe associarsi ad un aumentato rischio di Alzheimer, che non appare correlato né al tipo di progestinico utilizzato, né all’età di inizio della terapia (in questo studio). Il rischio non aumenta con l’applicazione topica (vaginale) di estradiolo. Sebbene l’aumento assoluto del rischio di Alzheimer sia basso, secondo gli autori, i risultati di questo studio dovrebbero essere trasmessi come informazione alle donne che stanno assumendo o che assumeranno terapia ormonale sostitutiva in post- menopausa. In un editoriale di commento le autrici sottolineano rassicurano subito le donne sul fatto che l’impiego della terapia ormonale per controllare i sintomi della menopausa per qualche anno è sicuro. Di certo, studi come questo sono importanti. Perché due pazienti con Alzheimer su tre sono donne, perché si stima che la prevalenza di questa condizione triplicherà da qui al 2050 e perché ad oggi non esistono trattamenti efficaci. E’ dunque molto importante focalizzare tutti gli sforzi sulla prevenzione primaria. Sull’impiego della terapia ormonale sostitutiva in menopausa i dati sono contrastanti, da una parte le metanalisi degli studi osservazionali l’hanno associata ad una riduzione del 29% del rischio di Alzheimer; dall’altra lo studio Women’s Health Initiative Memory Study (WHIMS), che è l’unico trial randomizzato sull’uso di terapia ormonale in post-menopausa per la prevenzione dell’Alzheimer, ha riscontrato con le associazioni estro-progestiniche, un rischio doppio di demenza da tutte le cause. Questi risultati contrastanti hanno dato molto da discutere. Sull’interpretazione dei risultati dello studio finlandese, le editorialiste invitano alla prudenza.

https://doi.org/10.1136/bmj.l665

https://doi.org/10.1136/bmj.l877